Francesco Scalici, Bruno Franchina e Serena Lo Bue, protagonisti delle regate di Siviglia, Napoli e Malta, ci raccontano la loro esperienza.
SIVIGLIA
II Sevilla International Master Regatta 2018, un anno dopo.
Eccoli un anno dopo i ragazzi master della Canottieri Palermo, protagonisti sulle acque di Siviglia; non sono passati 20 anni dall’8 con di Milano ma appena uno dall’ultima reunion.
Questa volta oltre il piacere di rivivere quelle emozioni del lontano 1997 i master hanno ben altre velleità, sono più allenati ed hanno con se tutta l’artiglieria a disposizione per ben figurare in campo internazionale, incluso il fuoriclasse Luca Moncada, già campione del mondo nel 2002 nella specialità del 4x pesi leggeri, visibilmente emozionato nel ritrovarsi lì 16 anni dopo con i suoi amici, mentre scruta quelle acque dal ponte di Calatrava.
Ma andiamo in ordine; è il doppio di Margherita Bosco ed Irma Cattarnich ad aprire le danze su queste acque, si perché di danza si tratta, per stile ed eleganza, le due valchirie della Canottieri Palermo sfoggiano una tecnica perfetta che le porta a meta gara a lottare per l’oro, il ritmo è estenuante, la voglia di vincere è tanta, finisce con un quarto posto, pagano la prima parte della regata ed una preparazione più alta delle avversarie. In futuro arriveranno pronte a mantenere quel ritmo che aveva lasciate di stucco le avversarie sino ai 500.
Ma ci riprovano le ragazze caparbie col 4x misto con Tiber Rowing ed Aniene, e questa volta sono prime sino alla fine; solo un errore permette alle avversarie di sorpassarle gli ultimi 100 metri.
Peccato, la medaglia era lì.
E’ l’ora del singolo, Alessandro Santangelo, titanico ed eroico nella scelta di acquistare un singolo, allenarsi solo ed iscriversi ad una regata dove non mancano gli ex campioni del mondo.
Partenza al massimo, anche lui scende in acqua col coltello tra i denti e riesce a tenere tutti quasi sino a meta gara, paga solo la grande esperienza dei suoi avversari in questa specialità.
Poi il 4x; il fuoriclasse Moncada dice solo poche parole ad i suoi compagni, chiare ed efficaci, suona la carica già dai primi colpi di partenza e continua con un ritmo da Campione del Mondo, dagli spalti i cori dei compagni fanno capire che è fatta.
I ragazzi, Sisto Bosco, Francesco Scalici e Filippo D’Amico sono visibilmente emozionati e sollevano in trionfo il loro ispiratore Luca sul podio.
L’adrenalina è alta ed i ragazzi credono che potranno ripetersi nell’8, vanno in acqua contenti e fiduciosi gli 8 del 1997, con la triste assenza di Patrizio Badalamenti per improvvisa influenza, degnamente rimpiazzato da una vecchia conoscenza di Luca, Josè Martin, colui che nel 2002 era arrivato dietro l’armo italiano in quel mondiale.
Prima della partenza il capovoga si alza in piedi sul suo carrello e dice anche in questa occasione poche parole ad i suoi compagni, chiaro e deciso, come al suo solito.
La partenza è fulminea, come la precedente, e sino a meta gara lottano per l’oro ma la stanchezza, dovuta in parte alla gara precedente li fa scivolare ad un dignitosissimo 3° posto, ad un passo dalla vittoria. Esultano tutti, il timoniere Antonella Spina, irreprensibile nel mantenere l’impeto e la rotta, e gli 8 vogatori, nell’ordine Luca Moncada, Sisto Bosco, José Martin, Francesco Scalici, David Bologna, Alessandro Santangelo, Filippo D’Amico e Roberto Miraglia.
Manca un ultimo aneddoto: prima della fine della festa sportiva, José chiede a Luca di farsi una foto con una immagine che vede i 12 atleti mondiali del 2002 sul podio, una fotografia che gelosamente José custodisce nel suo ufficio, una grande lezione di sport, colui che è stato battuto rende omaggio al suo avversario, riconoscendone la superiorità ed esaltandone l’alto valore sportivo; una lezione che molti dovrebbero apprendere.
Che dire? la festa agonistica è finita, e gli atleti hanno sudato e faticato un’altra volta insieme, ma si sa che quando si suda insieme, la fatica pesa. Adesso comincia l’altra festa, quella degli amici tra tapas e cerveza, si salutano e si dicono arrivederci al prossimo anno. Ci hanno assicurato: sarà un crescendo rossiniano, proprio come nel barbiere di Siviglia……
Francesco Scalici
NAPOLI
Domenica 21 ottobre si è svolta a Napoli la 109ma edizione della Coppa Lysistrata, prestigiosa manifestazione remiera che è anche la più antica d’ Italia, seconda in Europa solo alla Coppa del Re d’ Inghilterra.
Il percorso di gara ha un indubbio fascino: il lungomare partenopeo fra Mergellina e Castel dell’Ovo, ben visibile da un folto numero di appassionati lungo via Caracciolo.
La Società Canottieri Palermo ha partecipato alla gara “clou” finale con un equipaggio costituito da suoi elementi di tutte le fasce d’ età, dai Master agli Juniores.
Ben 11 equipaggi alla partenza (numero record secondo gli organizzatori, per un totale di 99 atleti nella singola regata dell’ 8 jole con timoniere) hanno acceso questa storica e competitiva festa del remo che ha visto scendere in acqua atleti di livello nazionale ed internazionale.
L’ armo della Società Canottieri Palermo, dopo aver subito un “abbordaggio” nella spettacolare fase di avvio della regata, ha recuperato posizioni fino a raggiungere il gruppo di centro, ben figurando nell’ insieme della manifestazione.
Bruno Franchina
MALTA
Questa trasferta a Malta ha rappresentato, dall’inizio alla fine, il vero concetto di Panathlon: lo sport per tutti.
È stato un momento di aggregazione e condivisione tra atleti grandi e piccoli, velisti, canottieri e vogatori maltesi, in cui ognuno di noi ha potuto provare per qualche minuto la specialità dell’altro, con l’unico scopo di divertirsi.
A partire dalla gara promozionale, svolta tra 2 equipaggi del Panathlon di Palermo, composti a sorteggio da atleti di società diverse; è stato molto bello vedere atleti di società avversarie remare insieme e divertirsi con addosso gli stessi colori.
Personalmente ha fatto molto piacere anche vedere come non ci fosse alcuna distinzione tra gli atleti normodotati e gli atleti disabili che, senza alcuna difficoltà, sono andati in barca a vela ed hanno voluto provare a remare sulle nostre barche, avendo Serena come allenatrice!
È stato sicuramente un week-end formativo per tutti, e mi auguro che sia un punto di partenza per diffondere la cultura dello sport per tutti, in una parola: Panathlon.
Serena Lo Bue