Giorgia… una miniera d’Oro

Nelle eliminatorie della scorsa settimana il 4 di coppia pesi leggeri dell’Italia si era qualificato tra le 6 barche finaliste che sabato 24 si sarebbero contese i posti del podio e le tre medaglie dell’edizione 2015 dei Campionati del Mondo under 23.

Il campo di gara è quello di Plodvid in Bulgaria, e sul primo carrello della barca azzurra voga la nostra Giorgia Lo Bue che, già nel 2012 in quello stesso bacino, ha vinto la medaglia d’oro ai campionati del mondo juniores. In quell’anno gareggiò nel “due senza”, assieme alla sorella Serena, e vinsero bissando il titolo che si erano aggiudicate anche l’anno prima a Eton in Inghilterra.

I giudici di gara alle 16,30 ( 15,30 ora italiana ) danno il via. Su Giorgia, in qualità di capovoga, pesa la responsabilità della conduzione della gara e di ogni scelta tattica.

La partenza della barca italiana è quella che abitualmente Giorgia attua nelle gare mondiali; non si lascia mai coinvolgere in partenza in bagarre scriteriate, nella consapevolezza che occupare la prima posizione nei primi metri può nuocere e pregiudicare l’andatura nel prosieguo della gara. L’equipaggio tedesco ( campione del mondo lo scorso anno, impostosi sull’equipaggio azzurro giunto secondo a Varese ) parte invece velocissimo, seguito da quello francese. L’armo italiano nei primi 500 metri è in terza posizione, ma solo per pochi minuti. Giorgia sente infatti che la barca risponde alle sue sollecitazioni e ne deduce che è possibile salire di colpi, senza che per questo perda in assetto. La barca prende a scivolare più elegante e veloce sull’acqua e, con un assieme ai limiti della perfezione, si porta in testa. Più i metri scorrono è più aumenta il vantaggio nei confronti di Germania e Francia, mentre le altre tre finaliste (Gran Bretagna, Svizzera e Danimarca) appaiono irrimediabilmente staccate e fuori da ogni possibilità di podio. La cavalcata della barca italiana è entusiasmante. Già a 300 metri dal traguardo, si capisce che l’oro è un sogno che sta diventando realtà. Questo lo pensa pure Benedetto Vitale, l’allenatore che segue la regata in bicicletta, pedalando su una corsia ciclabile, a sinistra del senso di marcia delle barche. Benedetto ha pure lui il cuore in gola per l’emozione, ma si controlla perché deve urlare all’equipaggio le ultime indicazioni per gestire al meglio il vantaggio; un errore è sempre possibile e da solo potrebbe compromettere la vittoria già virtualmente acquisita. Ma Giorgia e le compagne ( Greta, Nicole e Valentina ) sono concentrate e nulla lasciano al caso, La barca taglia il traguardo ancora in progressione di velocità ed è oro. E’ pure il terzo titolo di campione del mondo che Giorgia, a soli 21 anni, consegue. C’è gioia, c’è commozione, ci sono tanti pensieri che si accavallano e nessuno vuole controllare le emozioni; braccia al cielo e lagrime di felicità. All’equipaggio azzurro fanno contorno gli altri, giunti tutti dopo ed, in particolare, quelli di Francia e Germania, nell’ordine 2° e 3°, non hanno nulla da recriminare consapevoli che il campo di gara ha imposto la legge del più forte; Giorgia, Greta, Nicole e Valentina non erano alla loro portata ed, a quel punto, avere vinto argento e bronzo può pure considerarsi un impresa importante. Certamente più per la Francia che ha strappato alla Germania il 2° posto per pochi decimi sul finale.

A 1.500 chilometri da Plodvid, a Palermo, la stato di euforia è contagioso. A casa Lo Bue esultano tutti, Mamma, Papà, Nonni, Francesco e, soprattutto, Serena. Il nostro pensiero va a Lei. Sul podio, con la medaglia al collo ci sarebbe dovute essere anche Serena, così come in passato è sempre accaduto, sino allo scorso anno a Varese. Quest’anno la schiena ha invece fatto i capricci e quando il problema fisico è stato superato, la preparazione era andata troppo avanti e, per colmare il gap, si sarebbe andati incontro a rischi di recidive; Serena ha appena 20 anni ( un anno meno di Giorgia ) ed ha ancora tanti anni davanti, per cui nessun obbiettivo con la maglia azzurra le è precluso.

Giorgia, il Circolo Ti ringrazia per le emozioni che ci hai continuato a dare in questi anni, così pure Serena e Benedetto. Nel Vostro impegno quotidiano c’è la formula magica degli importantissimi successi che avere raggiunto: talento, intelligenza, passione e maturità. Voglio che sappiate che Vi siamo grati per le soddisfazione che state dando, per le emozioni fortissime e, non in ultimo, per l’esempio ai più giovani Campioncini che stanno crescendo sulla vostra scia e per i quali rappresentate un monumentale esempio.

Un abbraccio forte dal Presidente della Tua Società, che interpreta l’affetto e la riconoscenza di tutti i Soci.

Condividi su: