Il nostro presidente Eduardo Traina è stato intervistato dalla Federazione Italiana Canottaggio, nell’ambito di un programma di diffusione delle attività svolte dai circoli remerei italiani.

Riportiamo di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato su Canottaggio.org.


ROMA, 04 agosto 2020 – Nata nel 1927, la Società Canottieri Palermo adottò subito i colori rosso e giallo della città di Palermo. La sede sociale è nel porto di Palermo in via Cala Banchina Lupa ed è presieduta, da circa 15 anni, da Eduardo Traina. Tra i suoi soci spicca anche il Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele (nelle due foto sotto, insieme al Presidente Traina), Professore universitario, avvocato cassazionista, economista, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale nonché Presidente Onorario della Società Canottieri Palermo. Tra gli atleti più illustri spiccano le sorelle Giorgia e Serena Lo Bue che, insieme nel due senza, hanno vinto due mondiali junior (2011 e 2012) e il titolo mondiale assoluto pesi leggeri nel 2018. Oltre a questi titoli hanno vinto, separatamente, altre medaglie di bronzo, d’argento e diversi titoli mondiali under 23. Insomma, due fuoriclasse del remo palermitano che hanno portato in alto i colori della propria società.

Presidente Traina, la SC Palermo è una società ultra novantenne. Ci può illustrare come vede il futuro del canottaggio nel suo territorio? “Per il futuro non posso che essere ottimista, dal momento che da alcuni anni riusciamo ad avere un costante flusso di giovanissimi interessati a praticare il Canottaggio. Il più delle volte prendiamo atto che esiste una spinta da parte delle famiglie per effetto di un approccio ‘culturale’ assai diverso rispetto a quanto avveniva tempo addietro. Esiste infatti oggi la consapevolezza dell’alto valore formativo di questo sport. In base a tale crescente domanda occupiamo l’impianto a tempo pieno, non potendo andare oltre per limiti di spazio (palestra e spogliatoio in particolare), pur disponendo di un parco imbarcazioni di buona consistenza numerica e potendo fare affidamento su tre tecnici impiegati stabilmente e, talvolta, coadiuvati da alcuni atleti della prima squadra”.

La SC Palermo riesce, quindi, a modulare la fruizione dei suoi impianti ad ogni categoria di atleti e soci?“Certo, poiché gli stessi impianti vengono utilizzati da Soci e, più in particolare, dai Master. Anche in quest’ultimo settore la crescita è andata oltre ogni più ottimistica previsione”.

Quindi Presidente Traina, ci sta dicendo che il suo sodalizio è davvero un’oasi felice? “Assolutamente no, poiché il bicchiere mezzo vuoto è invece costituito dalle alee sul futuro in genere, con riferimento anche alle incognite sul futuro delle concessioni (quelle portuali, al contrario di quelle demaniali, non hanno beneficiato di alcuna proroga), per cui si continuano ad investire somme ingenti per adeguare gli impianti e le strutture alle crescenti necessità dello Sport (analoga attenzione riserviamo alla Vela), ma nulla è mai certo e nulla può considerarsi definitivo”. 

Presidente, però la storia della sua Società è costellata di rinascite e ripartenze, per cui esiste, nel tessuto sociale, tanta determinazione nell’affrontare le asperità del momento. Lei ne è consapevole?“Assolutamente sì, poiché nei quasi 100 anni di storia della Canottieri Palermo siamo stati costretti (dopo la guerra) a ricostituire la sede sociale per ben tre volte, di fatto ripartendo ogni volta da zero. Il nostro è un Paese assai strano, da un lato investe poco e, soprattutto male, nello Sport, dall’altro guarda sempre con diffidenza e ripone scarsa fiducia sull’attività basata sul volontariato e sulle risorse approntate dai privati. Anche la scuola non fa eccezione a tale modo di guardare allo Sport svolto in contesti privati. Ne sono conferma le paranoiche procedure che regolamentano il rapporto Società e Scuola”. 

Quindi lei vede delle difficoltà nel coniugare lo sport con la scuole? “Le spiego parte dell’iter e poi lei ne trarrà le conclusioni. Per portare l’atleta studente a fruire del relativo credito scolastico, i Circoli devono impegnarsi nel sottoscrivere bizzarre e ridondanti convenzioni per ogni singolo atleta. L’impostazione di tali documenti è sfacciatamente vessatorio, di ogni onere e responsabilità se ne fa carico la Società, mentre la Scuola ‘nulla’. Quest’ultima si impegna solo a controllare che la documentazione sia congrua, le virgole a posto, i bolli messi al punto giusto. In definitiva, una grottesca perpetuazione di quella che al tempo del ‘Ventennio’ qualcuno definì ‘ludi cartacei’. Nel rapporto con il Settore Pubblico, il percorso è comunque fisiologicamente ad ostacoli, sempre più alti e tortuosi”.

Presidente Traina, non posso darle torto. Senta, e sul fronte tributario, invece, come stanno le cose? “Le riporto un emblematico esempio di linea schizofrenica: in una recente disposizione di accatastamento dei pontili sulle aree in concessione, questa è stata estesa anche alle aree limitrofe del piano ormeggi, normalmente utilizzati dai soli soci che praticano la vela d’altura. Logiche scriteriate che è facile presumere debbano preludere a nuovi balzelli tributari. Mi sono soffermato sulla realtà della mia Società, che sostanzialmente riflette quella del ‘territorio’, con ciò intendendo l’area di Palermo”.

Parlando di altre realtà sportive, lei ha una sua valutazione personale? “Provo a illustrarle quello che penso. Le altre due Società maggiori cittadine (Telimar e Lauria) mi risultano in stato di salute e, quantunque talvolta al pari di noi registrino alti e bassi, il trend di crescita nel medio termine è costante. Ciò, vale sia per il numero degli affiliati e sia per lo sviluppo qualitativo degli equipaggi. A livello regionale, in altre province (forse con la sola eccezione della Canottieri Marsala, Ionica e Canottieri Thalatta) esistono tipologie diverse di Società, presumo con minori dotazioni di mezzi finanziari e che in passato potevano contare su un sostegno assai più consistente da parte delle Istituzioni Pubbliche, anche a livello locale. Programmi ed investimenti devono necessariamente venire parametrati al ‘polmone finanziario’, è una regola che vale per tutti, per cui l’impegno del dirigente sportivo è in primo luogo volto a creare e mantenere gli equilibri economici/finanziari necessari per svolgere l’attività sportiva. Elemento centrale di tali logiche è costituito dalla capacità di attrarre risorse mediante servizi offerti ai Soci. Ritengo quindi che passione ed entusiasmo non bastino più!”  

Tornando alla sua realtà, ci può illustrare il lavoro che sta portando avanti il suo staff tecnico? E come è stato il comportamento tenuto dai suoi tesserati durante la quarantena? “Lo staff tecnico sta dando la priorità agli equipaggi che parteciperanno al Campionato Italiano di Varese. Da oltre un mese hanno pure ripreso a pieno ritmo gli allenamenti dei giovanissimi, sia cadetti e sia allievi, che comunque oramai guardano alla stagione 2021. Adeguarsi alle direttive di Governo (ed anche a quelle Federali), nella fase più acuta della pandemia da Covid-19, è stato giocoforza. Le barche lunghe, infatti,  hanno ripreso a scendere in acqua da qualche settimana, in precedenza si è ovviato con skiff, doppi e due senza. Il mondo del Canottaggio è costituito da Persone mature, responsabili ed equilibrate. Ove necessitasse, il lockdown è stato una ulteriore conferma delle virtù e degli alti valori del nostro ‘sistema’. Ciò vale per Atleti (di tutte le età), Allenatori, Tecnici, Marinai etc. etc. Tra questi includo anche i sei amici che lavorano assieme a me e costituiscono il Direttivo della Società”.

Come valuta le gare virtuali organizzate dalla Federazione durante il lockdown? “La mia valutazione sulle gare virtuali non vale nulla! Ho una ingiustificata prevenzione per tali tipi di manifestazione ‘in luogo asciutto’ non suffragata da alcun elemento tecnico. Mi fanno antipatia e basta, per cui il mio giudizio equivale a ‘zero'”. 

Da più parti si sente affermare che la nostra vita e i nostri comportamenti non saranno più gli stessi di prima della pandemia, lei ritiene che anche nel canottaggio questo sia vero, ma soprattutto lei ritiene che andiamo verso un cambiamento delle nostre abitudini? “La squadra è subito tornata alla normalità, tuttavia attenendosi alle cautele prescritte (gli spogliatoi seguitano a restare chiusi e in palestra tutti osservano il distanziamento). Per il resto, se la la pandemia toglierà il disturbo entro l’anno, a livello sportivo/agonistico, già nel 2° semestre 2021 potrà trattarsi di uno spiacevole ricordo. Le ripercussioni economiche, anche in ambito di Circolo (le morosità per le quote sociali hanno registrato un’impennata) ce le tireremo dietro a lungo e, almeno quelle, credo proprio che per anni impatteranno sulle nostre abitudini e sui nostri stili di vita”.

A quali regate del calendario remiero nazionale intende far partecipare i suoi atleti? “Ribadisco che la Società è proiettata e lavora per il Campionato di Varese, che costituisce l’obiettivo unico della stagione. Non è escluso che possa esserci anche una partecipazione al Campionato di Coastal Rowing riprogrammato a Lignano, ma su quest’ultima partecipazione (e comunque limitata a qualche equipaggio master) al momento non c’è certezza”.

Presidente Traina, ha altro da aggiungere? “Assolutamente no poiché nella prima domanda mi sono dilungato troppo e, probabilmente eccedendo, ho pure dato sfogo a contestazioni ‘di pancia’, censurando alcune gravi disfunzioni che, a mo avviso, penalizzano lo Sport nazionale”

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